lunedì 21 settembre 2009

Chiedi e ti sarà dato: il potere delle domande

Gli ultimi post ci hanno aiutato ad individuare gli obiettivi dei prossimi mesi e ci hanno fornito uno strumento per trovare le giuste motivazioni. Ma non abbiamo ancora detto nulla in merito alla strategia che dobbiamo adottare per raggiungere le nostre mete: non possiamo illuderci di poter raggiungere grandi obiettivi se non abbiamo un’adeguata strategia che ci indichi le istruzioni da compiere passo dopo passo e che ci dia degli opportuni strumenti di valutazione per verificare se ci stiamo gradualmente avvicinando alla meta.

Per strutturare un piano d’azione potrebbe non essere sufficiente sederci dietro la scrivania e spremere le meningi. Non sempre riusciamo a trovare le adeguate soluzioni quando ci sforziamo di riflettere su un problema. Anzi ti sarà sicuramente capitato di avere un'illuminazione quando meno te l'aspettavi, ad esempio mentre eri in automobile o in compagnia degli amici: la nostra mente ha bisogno di un certo tempo per organizzare le informazioni ed avere un quadro preciso della situazione.

Quando stimoliamo opportunamente la nostra mente, si attiva un sistema del nostro cervello detto SAR (sistema di attivazione reticolare) che iniza a raccogliere ed organizzare le informazioni anche quando non siamo più concentrati sull’oggetto della nostra analisi. In questo modo il nostro cervello continua a lavorare e al momento opportuno, quando meno ce lo aspettiamo, riesce a trovare la soluzione che attendevamo.

Quindi il primo passo che devi compiere per trovare la giusta strategia che ti consentirà di raggiungere i tuoi obiettivi è sfruttare il SAR. Quando riusciremo a stimolare opportunamente questo meraviglioso “congegno” del nostro cervello, inizieremo rapidamente a notare tutto ciò che può essere attinente al nostro obiettivo e utile per risolvere tutte le incongnite e le complicazioni ad esso collegate.

Ma come funziona il SAR? Come puoi facilmente constatare, ogni giorno siamo bombardati da migliaia di informazioni e la nostra mente non è in grado di elaborarle tutte a livello conscio. Il nostro cervello provvede continuamente a nascondere le informazioni che ritiene inutili e a lasciar filtrare solo quelle che considera più importanti e funzionali. Mentre leggi questo testo, il tuo cervello sta valutanto anche altri segnali, come ad esempio i suoni di sottofondo e tutte le immagini che rientrano nel tuo campo visivo, ma tali informazioni vengono messe in secondo piano perché in questo momento ritieni più importante dedicarti alla comprensione del testo. Ma ciò non vuol dire che, a livello inconscio, il tuo cervello non valuti tutti gli altri segnali dell’ambiente. Infatti se all’improvviso sentissi un rumore, il tuo cervello considererebbe immediatamente tale segnale come più importante rispetto al testo che stai leggendo e la tua attenzione conscia si sposterebbe automaticamente sul rumore che hai udito e sulle cause che lo hanno generato.

Possiamo volontariamente “obbligare” il nostro cervello a prestare un’attenzione permanente su un determinato argomento. Tale processo permetterà al nostro cervello di raccogliere costantemente informazioni, di elaborarle e di individuare le soluzioni utili a risolvere gli eventuali problemi.

Una tipica attivazione del SAR si ha quando bisogna fare un acquisto importante. Se in passato ti è capitato di acquistare un’automobile, avrai sicuramente notato come, dal momento in cui hai deciso di fare l’acquisto, la tua attenzione sia stata automaticamente catturata da tutto ciò che aveva a che fare con il mondo dei motori. Quando eri in coda al semaforo non potevi fare a meno di interessarti ai modelli delle auto che ti stavano intorno. Ogni pubblicità televisiva di automobili catturava la tua attenzione. Dovunque ti giravi non facevi altro che notare automobili. Cos’è successo nella tua mente? La decisione di acquistare un’automobile e di dover scegliere un modello adeguato alle tue esigenze e alle tue economie, ha attivato il SAR. Da quel momento in poi il tuo cervello, per aiutarti a fare le opportune valutazioni, ha fatto in modo che tutto ciò che riguardava l’argomento "automobile", avesse una priorità più alta rispetto alle altre informazinoi che riceveva dall’esterno. Quindi tutte le informazioni utili sono state traferite alla tua attenzione conscia e le informazioni meno utili sono rimaste nascoste. Probabilmente già dopo qualche giorno dall’acquisto dell’automobile, questo meccanismo ha esaurito la sua funzione ed ha quindi smesso di funzionare. Tant’è vero che l’attenzione particolare che riservavi alle automobili è presto svanita e sei ritornato ad un livello di attenzione normale.

Capisci quindi che, se vuoi trovare un’opportuna strategia per raggiungere dei grandi obiettivi, hai bisogno in primo luogo che il tuo sistema di attivazione reticolare sia regolato in modo tale da portare alla tua attenzione conscia tutto ciò che in qualche modo può esserti utile per raggiungere il tuo obiettivo.

Il primo strumento che ci consente di attivare il SAR è la definizione accurata dell’obiettivo e la sua rappresentazione dettagliata a livello mentale. Nel post del 10 settembre ti ho spiegato come definire opportunamente gli obiettivi. Dovresti già aver descritto in modo dettagliato il tuo obiettivo ed aver elencato ciò che vedrai, udirai e sentirai man mano che ti avvicinerai alla meta. Un esercizio molto utile è dedicare qualche minuto ogni giorno a rappresentare mentalmente il momento in cui avrai raggiunto il tuo scopo. Cerca di fantasticare il più possibile, di immaginare dettagliatamente il percorso di avvicinamento alla meta. Aggiungi sempre nuovi dettagli alle tue rappresentazioni e raccogli quante più informazioni possibili che possono tornarti utili per la definizione della tua strategia. In questo modo inizierai a stimolare opportunamente il tuo cervello, a fornirgli delle direttive precise su ciò su cui dovrà concentrarsi. Se speri di raggiungere un grande obiettivo semplicemente scrivendolo su un pezzo di carta e aspettando che un giorno ti venga magicamente l’intuizione su come realizzarlo, la tua impresa è probabilmente destinata a fallire. Devi al contrario cercare di stimolare costantemente il tuo cervello con l’immaginazione: quando la tua mente sarà “ossessionata” dall’obiettivo che ti sei prefissato di raggiungere, inizierà ad elaborare informazioni 24 ore su 24, anche (e soprattutto) durante il sonno. Si attiverà il SAR che ti permetterà di prestare attenzione a tutto ciò che potrà tornarti utile per la realizzazione del tuo obiettivo e si accenderanno tutti i meccanismi creativi che risiedono nella tua mente.

Un altro strumento fondamentale per spostare l’attenzione della mente è “la domanda”. Il nostro cervello, se sollecitato con domande chiare, precise e ripetute con una certa frequenza, si attiva per trovare una risposta adeguata. E’ come se quella domanda rimanesse intrappolata nei circuiti neuronali fin quando, anche a distanza di giorni, il cervello non partorisce una risposta.

Ad esempio ti sarà sicuramente capitato di non ricordare il nome di una persona e di chiederti “Come diavolo si chiama quel tizio?”. E magari ti sei posto quella domanda ripetutamente senza riuscire a trovare la risposta in tempo utile. Poi magari dopo 3 giorni, mentre eri imbottigliato nel traffico, ti si è accesa una lampadina ed hai esclamato “Antonio, ecco come si chiamava quella persona!” . E’ come se il tuo cervello avesse continuato a raccogliere ed elaborare informazioni per trovare una risposta alla tua domanda e probabilmente, una di quelle informazioni che ha acquisito mentre eri fermo nel traffico, gli ha permesso di fare degli opportuni collegamenti che gli hanno dato finalmente l’occasione di rispondere alla tua domanda. Ecco quindi che porsi delle domande precise e utili ha un’importanza fondamentale.

Noi ci poniamo domande in ogni istante. Quando riflettiamo non facciamo altro che porci delle domande e trovare delle risposte. La differenza è fatta sempre dalla qualità delle domande. La risposta della nostra mente sarà tanto utile quanto più la domanda sarà ben formulata. Come dice Anthony Robbins, “Domande di qualità producono un vita di qualità”.

Ma quali sono le domande ben formulate che ci aiutano a trovare le soluzioni ai nostri problemi? Le domande utili sono quelle che ci stimolano a trovare delle soluzioni.

Ci sono persone che si pongono sempre domande sbagliate o comunque poco utili. Ciò non fa altro che spostare la loro attenzione su tutto tranne che sulla soluzione al problema. Immagina tutte le volte che ti è capitato un imprevisto ed hai ripetuto più volte a te stesso: “Ma perché capitano tutte a me?” oppure “Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto ciò?”. Queste due domande, apparentemente innocue, allontanano la tua mente dalla soluzione al problema e la portano a riflettere sulle presunte cause metafisiche che lo hanno prodotto. E visto che il tuo cervello non può fare a meno di cercare una risposta alle domande che gli poni, quando gli continuerai a ripetere “ma perché capitano tutte a me?”, non potrà che risponderti: “capitano tutte a te perché sei sfigato!”. Non solo non avrai risolto il problema, ma inizierai ad interiorizzare una convinzione (quella di essere sfigato) che non farà altro che limitarti ulteriormente in futuro (abbiamo già ampiamente parlato delle convinizioni limitanti).

Cosa accadrebbe se, la prossima volta che bucherai un pneumatico, invece di continuare a ripeterti “cosa ho fatto di male per meritarmi tutto ciò?”, ti chiedessi immediatamente: “Come posso risolvere il problema velocemente?”. Succederebbe che l’attenzione del tuo cervello si sposterebbe automaticamente su come trovare una soluzione al problema, piuttosto che sull'individuazione delle tue presunte colpe. E ciò non potrebbe che aiutarti a risolvere il problema in breve tempo.

Curare la qualità delle domande che ci poniamo ogni giorno è davvero importante, perché in base a come formuliamo la domanda il nostro cervello si concentra su determinati aspetti piuttosto che su altri. Solitamente le domande che iniziano con il “come” sono sempre più utili di quelle che iniziano con il “perché”. In altre parole chiedersi “come posso risolvere questo problema?” è molto più utile che chiedersi “perché si è verificato questo problema?”.

Ma se ci poniamo una domanda ancora più precisa obblighiamo il nostro cervello a concentrare ancor di più la sua attenzione sull’argomento che desideriamo affrontare e quindi a trovare delle soluzioni molto più appropriate e utili.

Pensa ad una persona che voglia imparare a disegnare e di fronte ai primi insuccessi continui a ripetersi “perché non riesco a disegnare come vorrei?”. Sposterebbe il focus mentale sulla causa del problema e non sulla soluzione. Cosa succederebbe se iniziasse a chiedersi: “come posso migliorare nel disegno?”. E cosa accadrebbe se si ponesse una domanda ancora più precisa del tipo “come posso migliorare le mie capacità artistiche divertendomi e senza spendere troppi soldi?”. La sua attenzione si sposterebbe sulla soluzione del problema e la sua mente avrebbe anche delle coordinate più precise su che tipo di soluzione debba trovare: in primo luogo deve essere un’attività divertente e in secondo luogo non troppo costosa. E probabilmente continuando a ripetersi costantemente questa domanda potrebbe ritenere che il modo più utile per migliorare le sue qualità artistiche sia, non pagare un costoso insegnate, ma acquistare un corso di disegno in DVD. E magari, visto che vuole "imparare divertendosi”, potrebbe decidere di cercare altre persone che abbiano la sua stessa passione per il disegno in modo da creare un gruppo di individui che, oltre a scambiare le proprie conoscenze, creino un ambiente di lavoro più piacevole e stimolante.

Ricorda sempre che una domanda formulata bene può veramente aiutarti a trovare la soluzione giusta ad ogni problema. Tornando quindi ai nostri obiettivi, inizia a trovare le domande più utili e funzionali che puoi porti fin da subito per perseguire le tue mete. Ripeti mentalmente la tua domanda e fallo più volte nel corso della giornata e per diversi giorni consecutivamente, in modo che la tua domanda penetri in profondità nella tua mente. E quando il tuo cervello ti avrà dato una prima soluzione, continua a porti delle domande più precise e dettagliate in modo da scendere sempre più nei particolari e costruire a poco alla volta un preciso piano d’azione.

Io mi sforzo continuamente di scegliere la domanda giusta, anche per raggiungere degli obiettivi apparentemente banali. Ho avuto una dimostrazione della potenzialità di questo strumento proprio qualche giorno fa. La mia macchina si era danneggiata e avrei dovuto portarla in officina. Visto che il mio meccanico dista parecchi chilometri dalla mia sede di lavoro, ho chiamato mio fratello per chiedergli se potesse darmi un passaggio, una volta che avrei lasciato la macchina in officina. Purtroppo mio fratello non era disponibile, ma io dovevo risolvere il problema rapidamente perché avevo un appuntamento importante il pomeriggio stesso. Li per li non sono riuscito a trovare una soluzione e stavo già per alzare la cornetta per posticipare al giorno dopo l’appuntamento pomeridiano. Ad un certo punto però mi sono chiesto: “come posso aggiustare la mia macchina stamattina stessa contando esclusivamente sulle mie forze ed evitando quindi che qualcuno debba accompagnarmi dal meccanico?”. Ho ripetuto mentalmente questa domanda tre o quattro volte. Ad un certo punto mi è balenata la risposta: “basta trovare un meccanico vicino alla mia sede di lavoro, in modo che io possa tornare in ufficio a piedi”. Ho iniziato a girare nei dintorni ed ho trovato un meccanico praticamente a 50 metri dal mio ufficio: soltanto ponendomi la domanda in modo corretto sono riuscito a prestare attenzione ad un’officina che fino a quel momento non avevo mai notato. Poi mi sono chiesto: “come posso essere sicuro che questo meccanico sia affidabile?”. Ho notato che l’officina del meccanico era situata di fronte ad un bar in cui lavora un mio amico. Sono entrato nel bar ed ho chiesto al mio amico se conoscesse il meccanico e lo ritenesse affidabile. Lui mi ha dato tutte le rassicurazioni del caso ed io non ho esitato a consegnare la mia automobile nelle mani di quel meccanico. Risultato? Dopo un’ora la mia macchina era pronta e non ho avuto più necessità di rimandare l’appuntamento pomeridiano. In più ho scoperto un meccanico gentile, professionale e più economico del precedente e sicurametne mi servirò di lui anche in futuro. Tutto merito delle domande giuste!

2 commenti:

MargyeRyba ha detto...

Interessantissimo post, come del resto anche gli altri. Da oggi, cercherò di migliorare la qualità delle mie domande. Una delle mie domande frequenti è: "Come posso invecchiare al meglio?" Ci sto lavorando in tutti i sensi,con una buona alimentazione, il giusto esercizio fisico, la curiosità e soprattutto con la PNL.Carmen.

Thomas ha detto...

Molto interessante, complimenti