lunedì 22 giugno 2009

Tecnica per la cura delle fobie

Come promesso oggi parleremo di una tecnica di programmazione neurolinguistica per la cura delle fobie e delle paure. Io personalmente l’ho usata diverse volte e mi ha sempre dato ottimi risultati. Questa tecnica è contenuta in uno dei primi libri di Richard Bandler (ideatore, insieme a John Grinder della PNL) ed è una delle più utilizzate per la cura delle fobie.

Prima di descrivere la tecnica è opportuno ricapitolare alcuni concetti fondamentali già trattati nei post precedenti: se qualcosa ci fa paura vuol dire che rappresentiamo internamente quella “determinata cosa” attraverso un insieme di immagini, suoni e sensazioni che hanno precise proprietà (dette submodalità) che attivano certe reazioni nel nostro organismo. Allo stesso modo, ad esempio, quando proviamo gioia per un’esperienza passata, è perché riviviamo mentalmente quell’esperienza in un preciso modo: le immagini mentali hanno una determinata dimensione, un certo grado di luminosità, una precisa posizione nel nostro campo visivo (e così via...) e l’insieme di queste submodalità comunicano al nostro cervello di provare “gioia” cioè di attivare la reazione chimica che ci procura tali piacevoli sensazioni.

Accade la stessa cosa per le paure. Se abbiamo la fobia degli ragni, il solo pensiero di vedere un ragno sulla parete della nostra stanza ci fa accelerare il battito cardiaco e ci genera sensazioni di forte disagio. Vuol dire che il modo in cui abbiamo “pensato” al ragno ha “comunicato” al nostro cervello di attivare la reazione chimica del “panico”. Sappiamo razionalmente che è inutile provocarsi tali sofferenze solo all’idea di vedere un ragnetto innocuo sulla parete di casa. Ma esserne consapevoli razionalmente non è sufficiente per impedire al nostro cervello di attivare la reazione del “panico” ogni volta che ripensiamo alla nostra esperienza fobica.

La differenza la fa sempre il modo in cui pensiamo, cioè le caratteristiche delle immagini, dei suoni e delle sensazioni associate a quell’esperienza. L’obiettivo di questa tecnica di PNL è cambiare le submodalità che caratterizzano la nostra fobia, in modo da istruire il cervello a rappresentare quell’esperienza in modo diverso, cioè attraverso immagini e suoni che non ci procurino più sensazioni di panico.

Di solito chi soffre di una fobia ha vissuto in passato un’esperienza molto traumatica. Il forte impatto emotivo ha impresso nella sua mente una serie di immagini che hanno determinate caratteristiche. Il solo ripensare a quelle scene, genera nell’individuo le stesse sensazioni di panico che ha provato durante l’esperienza reale. Inoltre tale esperienza condiziona fortemente la vita della persona: l’individuo precipita in uno stato di panico ogni volta che si presenta anche lontanamente la possibilità di rivivere un’esperienza simile a quella traumatica che ha generato la fobia.

Ora tutto va risolto modificando il modo in cui l’individuo rappresenta internamente quella esperienza. E’ molto probabile che le immagini associate all’esperienza fobica siano molto grandi e che l’individuo le riviva in modalità associata, ossia in prima persona. Applicheremo un esercizio che in primo luogo ci farà “dissociare” da noi stessi: in questo modo potremo rivivere la nostra esperienza con un certo distacco. Poi agiremo sui “colori” della nostra esperienza, rappresentando quest’ultima in bianco e nero, in modo da renderla ancora più neutra. Infine attueremo un ulteriore dissociazione in modo da operare un completo distacco dall’esperienza vissuta. Rivivere l’esperienza in questa nuova forma ci permetterà di disattivare tutte le sensazioni di panico ad essa associate.

Operiamo quindi nel modo seguente:

  • Cerca di vedere mentalmente un’immagine fissa che rappresenta il primo fotogramma dell’esperienza che ti genera paura. Se soffri di una fobia causata da un evento traumatico cerca di “posizionare” il tuo “proiettore mentale” sul primo “fotogramma” dell’esperienza che hai vissuto. L’immagine è fissa per cui non dovrebbe generarti problemi. Se invece la tua paura non è causata da un evento traumatico specifico, dovrai immaginare di vivere un’esperienza di fantasia che ti genera quella determinata paura. Ad esempio se hai paura di volare, ma non hai mai volato, avrai comunque un’idea del tipo di esperienza che potresti vivere in volo (magari potrebbero venirti in aiuto le immagini di un film). L’importante è riprodurre mentalmente ciò che ti procura paura. In altre parole, quando ripensi a qualcosa che ti fa paura, si formano evidentemente nella tua mente delle immagini (siano esse ricordi di esperienze realmente vissute o semplici immagini di fantasia) che ti generano, per l’appunto, sensazioni di disagio che tu chiami “panico” o “paura”. E’ questa la sequenza di immagini che devi utilizzare per questo esercizio. Ti accorgi che sono le immagini giuste perché se fai scorrere mentalmente quelle immagini, inizi a provare le tipiche sensazioni connesse alla paura (tachicardia, respiro accelerato, insofferenza etc…).
  • Ora esci dalla tua persona e immagina di trovarti seduto nella platea di un cinema mentre rivedi sul grande schermo il fotogramma di cui al punto precedente (prima dissociazione).
  • Trasforma in bianco e nero il fotogramma sul grande schermo.
  • Ora esci ancora una volta dalla tua persona (che è seduta in platea) e con un balzo posizionati nella cabina di proiezione del film. In questo modo puoi distinguere te stesso seduto in platea e vedere al tempo stesso il fotogramma della tua esperienza sul grande schermo. Abbiamo attuato una seconda dissociazione.
  • Ora fai partire il film della tua esperienza, rigorosamente in bianco e nero. Noterai che non proverai alcun fastidio, perché stai osservando la tua esperienza dall’esterno e non ne sei coinvolto direttamente. Infatti osserverai il film dalla cabina di proiezione e da questa prospettiva potrai sempre ben distinguere “te stesso seduto in platea che guarda te stesso all’interno del film”.
  • Fai scorrere il film fino all’ultima scena dell’esperienza che ti genera paura. Arresta il film in un fotogramma fisso.
  • Ora rientra in “te stesso” seduto in platea e poi con un salto rientra nella tua esperienza, cioè nel fotogramma che avevi bloccato sullo schermo.
  • Ora fai scorrere il film al contrario, proprio come quando premi il tasto Rewind sul registratore. Vedrai le persone camminare al contrario, ogni scena della tua esperienza procederà al contrario. Fermati al primo fotogramma, cioè quello da cui abbiamo fatto partire l’esperimento.
  • Ora rilassati e prova a ripensare alla tua fobia. Il tuo cervello ha archiviato quell’esperienza con nuove submodalità, che non attivano più la sensazione di panico. Pertanto, se hai eseguito correttamente le istruzioni, la tua fobia dovrebbe essere scomparsa.
Questa tecnica può essere applicata a grandi fobie, ma anche a piccole paure quotidiane, come ad esempio alla paura di affrontare un esame universitario... Applicala alle tue rappresentazioni mentali ogni volta che vuoi rendere quell'esperienza neutra dal punto di vista emozionale.

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