lunedì 9 novembre 2009

Le condizioni che soddisfano i nostri valori

Se hai svolto l’esercizio che ho esposto nel post precedente, dovresti aver stilato una tua personale lista di “valori positivi”: si tratta dell’elenco degli stati emozionali che più ti procurano piacere nel momento in cui li vivi. Ma ognuno di noi, oltre ad avere dei valori positivi di riferimento, ha anche dei valori negativi dai quali cerca di rifuggire: si tratta di stati emozionali dolorosi dai quali cerchiamo il più possibile di allontanarci.

La lista dei valori negativi è importante quanto quella dei valori positivi. Analizzando le due liste possiamo renderci conto facilmente di quali sono i valori che frenano le nostre azioni o che ci creano conflitti.

Si pensi ad esempio ad una persona che ha al primo posto della lista dei valori negativi la "paura di fallire". Cosa succederebbe se quella persona avesse il "successo" in testa alla lista dei valori positivi? Immagina una persona che associ al successo il massimo piacere possibile e contemporaneamente associ un dolore insopportabile all’idea di fallire... Evidentemente quell'individuo si troverebbe al centro di due forze opposte: da un parte la necessità di diventare una persona di successo potrebbe spingerlo ad avviare attività, ad investire o a tentare di percorrere delle strade piuttosto rischiose. D'altro canto la paura di fallire (e di provare conseguentemente un forte dolore) potrebbe rallentarlo o impedirgli di portare a termine le sue iniziative un attimo prima che possano dare dei frutti. Come vivrà quella persona? Indubbiamente vivrà in una condizione di frustrazione e di insoddisfazione, perennemente in lotta con due valori contrastanti che lo spingono ora in una direzione ora in un’altra.

Conflitti di questo tipo sono tutt’altro che rari: anzi la maggior parte delle persone vive una situazione di perenne conflitto tra valori positivi e negativi. Diventa quindi fondamentale individuare i propri valori negativi. Per farlo applichiamo lo stesso procedimento descritto nel post precedente ed utilizzato per individuare i valori positivi. Elencheremo pertanto tutte gli stati emozionali che ci procurano dolore e inizieremo a confrontarli a coppie. Da ogni confronto uscirà un “valore vincitore”, corrispondente in questo caso al valore che ci procura più dolore. Confronteremo questo valore con il successivo e così via fino ad individuare il primo valore della lista, cioè quello da cui cerchiamo il più possibile di rifuggire. Per ulteriori dettagli sul procedimento da utilizzare puoi far riferimento all'ultimo post.

Ecco di seguito una lista di valori negativi dalla quale puoi attingere per stilare la tua lista: paura del rifiuto, paura di fallire, paura del giudizio, dolore fisico, apatia, senso di colpa, senso di impotenza, insicurezza, rabbia, senso di inferiorità, preoccupazione, senso di inadeguatezza, umiliazione, imbarazzo, depressione, indecisione, arroganza, solitudine, frustrazione, gelosia, invidia, paura di soffrire, paura di perdere qualcosa o qualcuno, paura di offendere o di creare disagio a terzi...
Ce ne sono ovviamente tanti altri: cerca di interrogarti su quelle che sono le sensazioni dalle quali cerchi il più possibile di allontanarti e individua almeno i primi 5 valori negativi che ti fanno provare più dolore.

Ora confrontando la lista dei valori positivi con quella dei valori negativi dovresti avere un quadro più chiaro sulle cause che in passato ti hanno creato eventuali frustrazioni o conflitti.
Ma il lavoro non è ancora completo: infatti il “valore” in sè è una scatola vuota che va riempita con una serie di condizione che devono essere soddisfatte affinché la nostra mente possa vivere quel determinato stato emozionale. Ad esempio due persone potrebbero avere l’amore e il divertimento nei primi due posti della lista di valori positivi, ma interpretare la vita in modo completamente diverso. Infatti la prima persona potrebbe ritenere che l’amore si concretizzi nell’atto di dover dare agli altri incondizionatamente, mentre la seconda persona potrebbe vivere il sentimento dell’amore solo nel momento in cui riceve affetto e attenzioni dagli altri. Il primo potrebbe “divertirsi” conoscendo nuove persone o viaggiando in paesi lontani, mentre il secondo potrebbe “divertirsi” suonando il violino.

In poche parole le esperienze, la cultura, le nostre predisposizioni e l'educazione che abbiamo ricevuto hanno creato nella nostra mente delle condizioni relative ad ogni valore positivo e negativo. Quando le condizioni vengono soddisfatte proviamo lo stato emozionale (positivo e negativo) associato a quel valore.

Il lavoro da svolgere è il seguente. Parti dalla lista dei valori positivi e per ogni valore poniti la seguente domanda: “Quali condizioni si devono verificare affinchè questo valore venga soddisfatto? Cosa deve accadere affinché io provi questo stato emozionale?”. Non dilungarti troppo nella stesura delle tue condizioni: ne vanno bene anche 3 o 4 per ogni valore. Poniti la stessa domanda anche per tutti i valori negativi: in questo caso elencherai le condizioni che dovranno verificarsi affinché tu provi quello stato doloroso.

Con questo esercizio scendiamo ad un livello di maggior concretezza, perchè abbandoniamo la trattazione teorica al fine di individuare le condizioni pratiche che ci fanno stare bene o male. E’ pertanto un esercizio molto utile e importante.

Alla fine del procedimento dovrai ottenere una lista come quella che segue (che ovviamente è un semplice esempio).

Valori positivi

1) AMORE
Condizioni: Quando sto insieme al mio partner; quando non ci sono litigi nella mia famiglia; devo poi dare affetto e riceverne dai miei genitori e dai miei fratelli. Devo aiutare gli altri (amici, conoscenti, estranei) nei momento di difficoltà. Devo essere compreso e rincuorato nei miei momenti di tristezza. Devo fare beneficenza.

2) SALUTE
Condizioni: devo condurre una dieta prevalentemente vegetariana; devo fare attività fisica per 3 volte a settimana; non devo fumare o abusare con i superalcolici; devo evitare di provare rabbia o sentimenti negativi.

3) SERENITA’
Condizioni
: devo avere un buon lavoro; le cose in famiglia devono andare bene; quando non ho preoccupazioni relativamente allo stato di salute di Andrea...

[...]

E così via per tutti i valori positivi. Lo stesso lavoro va condotto per i valori negati. Avrai pertanto una lista dei valori negativi simili a quella seguente:

Valori negativi

1) PAURA DI SBAGLIARE
Condizioni: Quando qualcuno mi rimprovera o mi fa notare che ho sbagliato; quando mi accorgo che non ho ottenuto il risultato che volevo ottenere; se mi blocco prima di fare qualcosa perché mi rendo conto di non esserne in grado....

[...]

Nei prossimi post vedremo come interpretare le condizioni che hai scritto e come modificarle opportunamente in modo da renderle compatibili tra di loro e limitare al minimo i conflitti.

Ti ricordo che per qualsiasi chiarimento puoi lasciare un commento al post.

5 commenti:

Matteo ha detto...

Ciao, Francesco. Innanzitutto complimenti per il blog: è da mesi che lo seguo con attenzione, e credo che tu stia facendo davvero un grande lavoro nel far comprendere a tutti le tecniche della PNL. Sono contento che esista questo spazio, che leggo assiduamente e ho consigliato alla ragazza e agli amici che masticano poco di psicologia.Scusami se mi permetto di andare fuori tema rispetto all'ultimo argomento trattato, ma vorrei porti alcune domande riguardanti il "Quadrato dello splendore", uno dei punti più interessanti apparsi sul tuo blog. Questa tecnica mi affascina moltissimo,così come la simile "tecnica del cinema" che hai descritto in passato. Così a leggerle mi sembrano dei metodi facili per risolvere il problema e rimuovere ogni tipo di ansia, come dici, tuttavia nella realizzazione pratica ho riscontrato alcune difficoltà. Ad esempio, esiste qualche "trucco" per concentrarsi e rielaborare mentalmente le situazioni? Perchè non è facile controllare i propri pensieri e ricreare nella mente determinate situazioni che ci creano ansia o piacere. Spesso (lo saprai meglio di me) la mente viaggia altrove. C'è una durata indicativa dell'esercizio? La scelta dei colori è assolutamente soggettiva o c'è il rischio di associare un colore sbagliato a una determinata sensazione? La cosa che mi preoccupa, infatti, è la straordinaria capacità della mente di autosabotarsi. Come accade in ogni tipo di ansia da prestazione, o nel ciclo dell'insuccesso che hai ben descritto. E se non eseguissi l'esercizio correttamente, non ci sarebbe il rischio di crearsi delle convinzioni sbagliate e ulteriormente limitanti?
Un'ultima domanda: oltre alla tecnica del cinema e al quadrato dello splendore esistono altre tecniche simili per annientare definitivamente determinate convinzioni limitanti? Ed esiste un metodo per capire se stiamo svolgendo correttamente l'esercizio e non stiamo solo perdendo del tempo?
Ti chiedo scusa per tutta questa serie di domande, se vogliamo anche un po' ingenue e banali, ma credo siano inevitabili per cercare di applicare correttamente alcune tecniche della programmazione neuro linguistica e rendere pratici i preziosi consigli del tuo blog. Da qualche anno leggo scritti sulla pnl, e ne sono sempre più affascinato, tuttavia spesso incontro ostacoli nella realizzazione pratica degli esercizi. Ringraziando ancora per la disponibilità concessami, rinnovo i complimenti a "personal power" e ai vari commentatori di questo blog. Continuate così!
Cordialmente.Matteo da Parma

Francesco ha detto...

Ciao Matteo e grazie per i complimenti. Riguardo ai colori da scegliere per il quadrato dello splendore puoi fidarti del tuo istinto: non c'è un colore migliore o peggiore. Il colore è un espediente che ci permette di ancorare uno stato d'animo che poi utilizziamo nella parte finale dell'esercizio. Pertanto scegli i colori che istintivamente associ agli stati d'animo che vuoi ancorare. Non c'è rischio di avere "effetti collaterali" nel caso in cui effettui l'esercizio in modo sbagliato: al più non funziona e quindi rimani nello stato iniziale. La durata è variabile: l'esercizio termina semplicemente quando ti rendi conto che, ripensando all'esperienza che ti procurava ansia o paura, ti accorgi di non provare più quelle sensazioni.
Tutti gli esercizi che menzioni hanno un minimo comune denominatore: modificano il modo in cui rappresentiamo mentalmente determinate esperienze. Possiamo arrivare a modificare le nostre rappresentazioni in tanti modi diversi e gli esercizi come il quadrato o il cinema sono dei metodi semplificati che ci permettono di agire sulle submodalità. Il grande vantaggio della nostra mente è che qualsiasi stato d'animo, come ad esempio la paura o l'ansia, sono causati dal modo i cui rappresentiamo determinate esperienze. Bada bene che NON faccio riferimento al contenuto (cioè al significato) dell'esperienza, ma al modo di rappresentarla. Se fosse il contenuto a "spaventarci" allora tutti avremmo paura delle stesse cose. E invece tu puoi provare il terrore dei cani ed un altra persone può emozionarsi di fronte ad un pastore tedesco. Tu puoi fari prendere dall'ansia all'idea di parlare in pubblico e un'altra persona può provare eccitazione. Ciò che cambia da persona a persona è il modo i cui si rappresentano mentalmente quelle esperienze. Per cui quanto più ti alleni a rappresentare le esperienze che ti procurano dolore in modo diverso, tanto più eviti di provare sensazioni dolorose. Ti faccio un esempio semplice. Immagina di vivere mentalmente un'esperienza con una persona con la quale ti trovi a disagio. Poi vivi mentalmente un'esperienza con una persona con cui sei perfettamente a tuo agio. Nota che ci sono differenze sostanziali tra le due rappresentazioni: magari nel primo caso le immagini sono a sinistra, sfocate, piccole, le vivi in modalità associata e sono sotto forma di sequenza di immagini (tipo diapositive). Nel secondo caso invece vedi mentalmente delle immagini più grandi, spostate a destra, in modalità associate e sotto forma di un film chiaro e nitido. Ovviamente le caratterstiche delle tue rappresentazioni potrebbero essere completamente diverse dalle mie e solo tu puoi verificarle. Ma sono proprio queste caratteristiche che dicono al tuo cervello di provare disagio o piacere. (continua dopo...)

Francesco ha detto...

Ora fai il semplice esperimento di vivere l'esperienza della persona con cui stai a tuo agio e mentre lo fai cambia la "sagoma" di quella persona e sostituiscila con quella della persona che ti crea disagio. Cerca però di mantenere tutte le altre caratteristiche invariate (stessa posizione delle immagini, stessa grandezza etc...). NOterai che quella persona non ti causerà più disagio.... Se invece provi disagio uol dire che invvertitamente hai cambiato anche tutte le altre submodalità (cioè le immagini si sono spostate a siistra, sono diventate più piccole e sfocate etc...). Se invece di sforzi di mantenere le submodalità della prima rappresentazione non puoi più provare disagio. La difficoltà sta nell'educare il tuo cervello a "fissare" questa nuova rappresentazione: puoi farlo con la ripetizione, cioè ripetendo più volte il passaggio dalle vecchie alle nuove submodalità (magari con la tecnica dello swish descritta in precedenza) in modo che il tuo cervello la assimili permanentemente. Hai ragione quando dici che non è facile dirigere i pensieri, soprattutto quando il tuo cervello ha rappresentato una certa esperienza in un certo modo per anni e anni... Ma ti assicuro che con un po' di esercizio puoi educare il tuo cervello a farlo. Dapprima devi "forzarlo" un po', ma quando sei ben allenato, il processo diventa semplice e istantaneo. Con la tecnica del quadrato o del cinema, non fai altro che spingere il tuo cervello a rappresentare diversamente esperienze che procuravano stati d'animo negativi... Ciò avviene attarverso degli artifici descritti nei vari esercizi, ma si tratta sempre di un cambiamento di submodalità.
Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.

Francesco

Matteo ha detto...

Ciao, Francesco. Grazie per la risposta tempestiva e approfondita, mi è stata molto d'aiuto. Ho letto che esercizi di questo tipo vanno fatti sdraiati supini (o come dallo psicologo), ma altre fonti dicono che vanno fatti seduti e a occhi chiusi. C'è una posizione ideale per rivivere mentalmente certe situazioni e operare sulle submodalità, favorendo la concentrazione? Sapresti consigliarmi qualche libro in particolare specializzato in queste precise tecniche della pnl? Ringraziando ancora per gli utilissimi chiarimenti in materia, ti chiedo scusa se ti pongo questi ultimi altri due quesiti.Con stima, Matteo.

Francesco ha detto...

Visto che parliamo di esercizi che "usano" l'immaginazinoe, hai mai notato differenze nell'immaginare in piedi o disteso?
IN merito ai libri ti congiglio quelli di Bandler (a partire dai primi libri editi da Astrolabio)