lunedì 30 novembre 2009

La checklist del successo

In questo post riassumerò in pochi concetti alcuni degli argomenti più importanti trattati fino a questo momento. Partiremo come sempre dagli obiettivi e vedremo quali sono i requisiti che ci danno maggiori possibilità di realizzarli.

Ogni volta che ci prefiggiamo di raggiungere un risultato, sarebbe opportuno verificare alcune condizioni: è quella che io chiamo la “checklist del successo”, cioè la lista di tutto i requisiti che devono essere soddisfatti per avere ottime possibilità di realizzare quell’obiettivo. Se mi accorgo che anche un solo requisito non è soddisfatto, allora evito di iniziare a lavorare al mio progetto perché so già di avere una o più condizioni che “remano contro” e che potrebbero portarmi a fallire. In tal caso faccio in modo di procurarmi gli strumenti che mi mancano, in modo da soddisfare tutti i requisiti della mia checklist e solo dopo averli soddisfatti tutti, mi metto al lavoro per ottenere ciò che mi sono prefissato.

Il primo strumento di cui ho bisogno per raggiungere i miei obiettivi è il “desiderio”. Posso avere le capacità per portare avanti un progetto, posso avere le giuste convinzioni, la strategia migliore e tutta l’esperienza di questo mondo, ma se non desidero raggiungere quell’obiettivo, sarà molto difficile che io possa “costringermi” a farlo. Quindi la prima domanda che mi pongo è: desidero veramente raggiungere questo obiettivo?
Spesso in passato mi capitava di cimentarmi in progetti che non desideravo realmente o che m’illudevo potessero darmi piacere. Puntualmente dopo una settimana o un mese perdevo l'iniziale interesse e abbandonavo il progetto. Tirando le somme mi accorgevo di aver sprecato del tempo in qualcosa che non mi aveva procurato alcun beneficio. Oggi cerco sempre di capire se desidero realmente perseguire un certo obiettivo, prima ancora di dedicarmi ad esso.

Altre volte mi capita di non desiderare affatto di cimentarmi in determinate attività, ma di avere la consapevolezza che quelle attività debbano essere fatte. Situazioni del genere capitano quando sappiamo razionalmente di dover fare una determinata cosa, ma avvertiamo che quella cosa non ci procura piacere e siamo quindi portati a farla controvoglia. Un classico esempio è quando ci proponiamo di migliorare la nostra condizione fisica svolgendo un’attività sportiva con regolarità: è una pratica che sappiamo (razionalmente) di dover fare, ma che potremmo ritenere faticosa, noiosa, e ripetitiva; ed è improbabile provare un forte desiderio per un’attività che non gradiamo. Quando mi capita di vivere una situazione del genere, mi sforzo di reinterpretare quell’attività, di osservarla da un’altra prospettiva, in modo tale da far nascere in me il desiderio di dedicarmi ad essa. Ma come possiamo far nascere il desiderio di fare o ottenere qualcosa? Lo abbiamo già visto in passato, quando abbiamo parlato della leva piacere/dolore: abbiamo imparato a spostare una certa quantità di dolore all’idea di non fare una determinata cosa e, al contrario, abbiamo imparato ad amplificare il piacere che deriverebbe dal portare a compimento quel determinato progetto (ti consiglio di leggere i vecchi post che parlano di motivazioni per una trattazione più approfondita di questo argomento). Ad esempio potremmo provare avversione per lo sport perché ci immaginiamo affaticati nell’atto di fare attività sportiva o intenti a compiere immani sacrifici: quest’idea ci procura dolore e quindi ci impedisce di desiderare di fare quell’attività. Ma se operiamo un cambiamento di prospettiva e iniziamo a focalizzare l’attenzione sul piacere che deriverebbe dall’avere un fisico atletico e scattante o sull’idea di avere una salute migliore, qualcosa potrebbe cambiare. E se contemporaneamente spostassimo più dolore sull’idea di restare nella situazione contingente (magari immaginandoci come saremmo tra 5, 10 o 20 anni se continuassimo a trascurare la nostra salute), probabilmente riusciremmo a far nascere in noi il desiderio di dedicarci a qualche attività sportiva. In parole povere, già il sostituire nella nostra mente l’immagine di noi stessi affaticati su una cyclette, con l’immagine di un fisico tonico e scolpito potrebbe essere sufficiente per desiderare di agire.

Una volta che ho preso atto di desiderare di raggiungere un determinato obiettivo, mi preoccupo di renderlo quantificabile e ben definito. Questo è il secondo punto della mia checklist. La domanda a cui rispondo è la seguente: quando mi accorgerò di aver raggiunto il mio obiettivo? Quali risultati concreti e misurabili dovrò verificare? Così nel caso dell’attività fisica, il mio obiettivo quantificabile potrebbe tradursi nel riuscire a sollevare 50Kg con i muscoli pettorali oppure nel perdere 5Kg di peso corporeo. E’ fondamentale avere dei parametri di valutazione, in modo da sapere riconoscere il momento in cui avremo raggiunto il nostro obiettivo. Porsi degli obiettivi troppo vaghi (come “devo dimagrire”, “devo cambiare lavoro” o “devo guadagnare di più”) ci impedisce di studiare una strategia adeguata e crea più facilmente i presupposti per il fallimento.

Il terzo punto della mia checklist è rappresentato dalle convinzioni. Ho scritto tantissimo in questo blog sull’importanza delle convinzioni. Ricorda che è sempre valido il principio per cui “se sei convinto di non essere in grado di raggiungere un obiettivo, la tua mente non ti permetterà mai di raggiungerlo”. Lo stesso principio può essere espresso nella forma seguente: “la tua mente non può realizzare qualcosa in cui non crede”. Abbiamo parlato in passato degli ostacoli e degli autosabotaggi che la nostra mente può mettere in atto pur di rimanere coerente con le proprie convinzioni. Ecco quindi che diventa fondamentale verificare se siamo realmente convinti di poter raggiungere il nostro obiettivo. Il terzo punto della checklist risponde alla domanda: “sono convinto di potercela fare? Penso di avere le giuste risorse e capacità per poter perseguire il mio obiettivo nel migliore dei modi?”. Se ho dei dubbi, provvedo a cambiare o a rafforzare le mie convinzioni attraverso delle opportune tecniche di PNL. Quando abbiamo forti convinzioni accediamo automaticamente a delle risorse mentali che ci permettono di dedicarci in modo ottimale alle nostre attività. In passato abbiamo ampiamente parlato delle tecniche di PNL per modificare le nostre convinzioni e ti invito a rileggere i vecchi post per capire come fare.

Il quarto punto della mia checklist è rappresentato dalla strategia: per realizzare obiettivi anche piuttosto complessi ho bisogno di un preciso programma, organizzato in “step” e verifiche intermedie. Una strategia precisa, ma anche elastica; che mi permetta di capire in tempo se sto percorrendo la strada giusta per raggiungere la meta ed eventualmente di trovare strade alternative nel caso in cui nascessero ostacoli imprevisti. Il primo strumento per individuare una precisa strategia è porsi le giuste domande. Abbiamo dedicato un post intero al potere delle domande e ti invito a rileggerlo. Molte volte la definizione di una strategia passa per l’acquisizione di informazioni adeguate. Io non sottovaluto mai l’importanza di acquisire le giuste conoscenze prima di incamminarmi lungo il tragitto che mi avvicinerà alla meta. Tornando all’obiettivo di migliorare il mio stato di salute, se mi sono prefissato di raggiungere una certa capacità aerobica nell’arco di un mese, è inutile che un minuto dopo mi metta a correre in un parco pubblico senza un metodo e senza le giuste conoscenze in materia. Piuttosto che improvvisare, sarebbe meglio acquistare un libro che mi spieghi come ottenere quell’obiettivo nel modo corretto. Oppure potrei rivolgermi ad un trainer che abbia una sufficiente esperienza per consigliarmi un buon programma di allenamento. Una buona strategia passa sempre attraverso l’acquisizione di opportune informazioni. Altro punto importante è la capacità di saper delegare. Ci sono progetti che richiedono l’intervento di più persone e la capacità di assegnare dei compiti diventa fondamentale.
In molti casi diventa importante “farsi venire” delle idee. E’ il caso dei progetti professionali, quelli ad esempio che rispondono alla domanda “cosa posso inventarmi per fare più soldi?”. Oppure “Cosa posso inventarmi per risolvere questo problema?”. In questi casi è importante sollecitare la nostra creatività. Ci sono degli ottimi strumenti che ci aiutano a fare i cosiddetti brainstorming in modo efficiente. Uno di questi strumenti è rappresentato dalle mappe mentali di cui parleremo in un post futuro.

Quinto punto: i valori. Quest’ultimi sono delle convinzioni ancor più forti e rappresentano la nostra bussola, ciò che ci guida ad un livello superiore. Ogni volta che fisso un obiettivo e definisco una strategia per ottenerlo, verifico sempre che sia compatibile con i miei valori. Nei post più recenti abbiamo imparato ad individuare i nostri valori e a modificarli per limitare i conflitti. Ora dobbiamo verificare che gli obiettivi che ci siamo posti siano compatibili con la nostra lista di valori. Supponiamo che mi sia posto l’obiettivo di guadagnare di più e che abbia anche definito un’opportuna strategia per ottenerlo. Scorrendo la lista dei miei valori mi accorgo di aver dato un peso importante al valore dell’onestà e che nella mia strategia per "guadagnare di più" c’è una fase in cui devo raccontare delle menzogne ad alcuni potenziali clienti per riuscire a piazzare un determinato prodotto. In questo caso so già che potrei andare incontro ad un conflitto interiore e trovare forti difficoltà nel vincerlo. Allora devo cambiare strategia, crearne una che sia perfettamente compatibile con i miei valori.
Più di una volta mi è capitato di essermi dedicato per mesi ad un progetto e ad un certo punto di averlo riposto in un cassetto perchè ero incapace di andare avanti. Col senno di poi mi sono reso conto che da quel momento in poi avrei dovuto fare delle azioni che erano incompatibili con i miei valori e ciò mi creava frustrazioni. Ma è inutile spendere mesi del proprio tempo in un'attività per poi rendersi conto di essere incapaci di portarla avanti perché palesemente in conflitto con alcuni valori personali. Molto meglio fare una verifica a monte e creare i presupposti affinché nessun conflitto di valori debba mai verificarsi.

Bisogna poi passare alla fase più importante: l’azione. Posso fissare un obiettivo, desiderarlo ardentemente, avere le giuste convinzioni e le migliori strategie, ma se alla fine non agisco non otterrò mai niente. C’è un aforisma bellissimo che avrò letto su qualche libro e al quale sono molto legato. Dice: “al mondo ci sono solo due categorie di falliti: chi agisce senza pensare e chi pensa senza agire”.
Ma cosa crea i presupposti per agire in modo adeguato ed incisivo? E’ il nostro stato d’animo, come abbiamo più volte ripetuto. Ecco che in questa fase mi preoccupo di trovare le “giuste ricette” in grado di procurarmi lo stato d’animo opportuno che mi possa permettere di dedicarmi al mio obiettivo nel migliore dei modi. Abbiamo parlato di questo argomento nei post relativi alle motivazioni.

In ultima analisi mi preoccupo di fare una cosiddetta “verifica ecologica” accertandomi che la realizzazione del mio obiettivo non porti svantaggi di qualsiasi tipo a me o a terzi.

Solo quando tutti i punti della mia checklist sono soddisfatti, posso partire per il mio tragitto, sicuro di aver creato i presupporti migliori per avere successo.