giovedì 8 ottobre 2009

Amplificare la motivazione operando sulle submodalità

Riprendo il discorso degli ultimi due post aggiungendo ancora qualche particolare al concetto degli shortcut. In pratica ti ho spiegato come determinate sequenze di stimoli interni ed esterni possano indurti rapidamente un certo stato d’animo. Inoltre hai preso consapevolezza di come il tipo e la qualità delle azioni che compi dipende esclusivamente dallo stato d’animo nel quale ti trovi. Di conseguenza ogni volta che vuoi agire in un certo modo puoi applicare uno shorcut che ti procuri lo stato d’animo utile per agire in quel determinato modo.

Ora vediamo in dettaglio quali sono questi stimoli interni ed esterni che, se applicati nella giusta sequenza, ci permettono di recuperare un determinato stato d’animo.
Gli stimoli possono essere di tre tipi: visivo, uditivo e cinestesico. Ognuno di questi stimoli, può essere interno o esterno. E' interno uno stimolo che creiamo mentalmente. E' esterno uno stimolo che percepiamo attraverso i nostri 5 sensi.

Ad esempio uno stimolo visivo interno è un’immagine che costruiamo nella nostra mente. Uno stimolo visivo esterno è un’immagine che vediamo effettivamente con i nostri occhi. Uno stimolo cinestesico esterno è una qualsiasi sensazione che proviamo con i sensi del gusto, dell’olfatto o del tatto. Uno stimolo uditivo esterno è un suono che ascoltiamo con le nostre orecchie, mentre un uditivo interno è un suono o una frase che immaginiamo mentalmente. Ti invito a rileggere i post sulle submodalità se non hai dimestichezza con i concetti legati alle modalità visive, uditive e cinestesiche. Sugli stimoli uditivi possiamo fare un’ulteriore distinzione tra stimoli digitali e stimoli tonali. Gli stimoli digitali sono quelli in cui ha rilevanza il significato delle parole di una determianta frase. Gli stimoli tonali sono quelli in cui ha rilevanza il tono con cui viene pronunciata una frase. Ad esempio delle parole dette con un certo tono possono indurci uno stato d’animo diverso a prescindere dal loro significato effettivo. Immagina che qualcuno ti dica “sei proprio uno stupido”: a seconda del tono con cui è pronunciata, questa frase può farti arrabbiare o sorridere (se per esempio è detta in tono giocoso o ironico).

Quindi quando cerchiamo di individuare le nostre ricette per riprodurre uno stato d’animo (gli shortcut) facciamo attenzione al tipo di segnali che si ripetono in sequenza (visivo, uditivo, cinestesico) e se si tratta di segnali interni o esterni.
Ricordi l’esempio del penultimo post che riguardava la persona che voleva mettersi a dieta e riusciva a motivarsi guardandosi allo specchio? In quel caso avevo ipotizzato una precisa sequenza di stimoli così composta:

  • La persona si guardava allo specchio: segnale visivo esterno – V[e]
  • Poi si girava e si osservava di profilo: segnale visivo esterno – V[e]
  • Poi si immaginava mentre saliva le scale affannato: un segnale visivo interno (V[i]) più un segnale cinestesico interno C[i] (sensazione di affanno)
  • Poi diceva mentalmente “ora basta, devo dimagrire”: segnale uditivo interno digitale U[id] (e probabilmente anche tonale se quella frase era pronunciata con un tono particolare).

In questa strategia per riprodurre lo stato d’animo di motivazione, quella persona ha applicato una precisa sequenza di segnali: V[e] – V[e] – V[i] – C[i] - U[id]. Ora è questa la giusta sequenza che gli genera quello stato d’animo ed il suo cervello risponderà a questa precisa sequenza attivando sempre lo stesso stato di motivazione.

Ma una volta che siamo in possesso della natura dei segnali, possiamo provare ad amplificarli in modo da ottenere un risultato migliore e più rapido. Infatti sappiamo dalla PNL che le sensazioni connesse ad un’immagine mentale si amplificano se rendiamo quell’immagine più grande, più luminosa e se avviciniamo quell’immagine. Analogamente cambiando il volume o l’intensità di un segnale uditivo, possiamo modificare le sensazioni ad esso collegate. Allora se hai già individuato alcune sequenze di segnali che ti inducono un certo stato d’animo, prova a modificarne le submodalità e verifica se tali variazioni ti permettono di amplificare lo stato d’animo finale. Se non hai ancora familiarità con i concetti di submodalità ti invito a rileggere i post che ne parlano.

Nell’esempio della motivazione per mettersi a dieta, la persona potrebbe scoprire che il segnale visivo interno di visualizzarsi affannato per le scale potrebbe amplificargli lo stato d’animo di motivazione se l’immagine stessa fosse più luminosa o posizionata diversamente nel suo campo visivo mentale. Quindi se abbiamo una ricetta che ci crea una certa motivazione, giochiamo con le submodalità dei segnali interni, in modo da ottenere una combinazione finale ancora più potente, cioè una combinazione che, se ripetuta, ci dia lo stato d’animo che desideriamo con maggiore intensità.

Se abbiamo scoperto una ricetta che ci stimola ad agire, ma non è poi così motivante come la vorremmo, allora facciamo dei tentativi aggiungendo segnali visivi, uditivi e cinestesici interni ed esterni che ci aiutino ad amplificare quella sensazione finale. Ad esempio il nostro uomo in sovrappeso, ripetendo la sua sequenza di segnali, potrebbe non sentirsi così motivato. Allora potrebbe decidere di aggiungere arbitrariamente qualche segnale uditivo interno, come ad esempio la voce della persona che ama che gli dice di aver perso completamente la stima nei suoi confronti (in modo da aggiungere un ingrediente alla ricetta che amplifichi il dolore per la sua situazione contingente). O ancora potrebbe aggiungere un ulteriore segnale visivo che lo spinga ad immaginarsi atletico e scattante una volta che avrà raggiunto il peso forma, in modo da amplificare la sensazione di piacere connessa all’ottenimento del risultato.

In fin dei conti questa sequenza di stimoli interni ed esterni, non deve far altro che riprodurre in modo rapido e diretto, il meccanismo della leva dolore/piacere che abbiamo più volte descritto in passato. Del resto questi shortcut servono per provare in modo automatico una forte sensazione di dolore per la condizione nella quale ci troviamo e una forte sensazione di piacere per la condizione futura che otterremo. Solo in questo modo riusciremo a riprodurre lo stato d'animo di motivazione che ci spinge ad agire.

Vedrai che, con un po' di pratica, non troverai difficile individuare delle sequenze di stimoli in grado di conferirti forti motivazioni: tutto sta nell’individuarle, facendo esperimenti su sequenze che già in qualche modo ti stimolano ad agire e lavorando sulle submodalità e sui segnali interni in modo da creare una sequenza di segnali altamente efficiente: una ricetta che, se ripetuta in modo preciso, non può che metterti nell’opportuno stato d’animo che ti consente di agire.

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