domenica 19 luglio 2009

Il ciclo del successo


Oggi riprendiamo il discorso sulle convinzioni che avevamo già introdotto qualche settimana fa. Nel post del 27/05/2009 avevo dimostrato come ciò in cui crediamo fermamente determina le nostre azioni. Abbiamo visto come la nostra mente possa addirittura arrivare ad auto-sabotarsi pur di rimanere coerente con ciò in cui crede fermamente.

Ognuno di noi ha una gran quantità di convinzioni. Ciò in cui crediamo regola continuamente i nostri comportamenti, influisce sulle nostre scelte, condiziona i nostri risultati.

Ad esempio molti uomini sono convinti che “un rapporto tra uomo e donna possa durare a lungo solo se l’uomo si comporta in modo freddo e distaccato e dà l’impressione di non essere mai completamente innamorato della sua compagna”. La relazione che questi uomini instaurano con il partner è evidentemente condizionata dalla loro credenza: cercano di non essere troppo sdolcinati, di non lasciarsi andare più del dovuto, si circondano sempre di un alone di mistero. Quindi i nostri comportamenti e le nostre azioni dipendono anche da ciò di cui siamo convinti.

Ma sulle convinzioni è necessario fare altre importanti precisazioni.

Essere convinti di qualcosa non vuol dire che quella cosa sia oggettivamente vera. Ricordatevi che un tempo eravate fermamente convinti dell’esistenza di Babbo Natale e avreste preso a morsi chiunque avrebbe cercato di sostenere il contrario. Se non lo ricordate, provate a dire ad un bambino che Babbo Natale non esiste e osservatene la reazione: nessuno di noi, anche in età infantile, accetterebbe di mettere in discussione facilmente le proprie convinzioni. Eppure oggi su Babbo Natale avete cambiato opinione (o almeno si spera ... :-)). Quindi prendete atto che ciò a cui credete oggi potrebbe anche non essere vero e che, in merito ad un certo argomento, fra un giorno, un mese o un anno potreste avere un’opinione completamente diversa.

Esistono credenze limitanti e credenze potenzianti. Le convinzioni limitanti rappresentano per noi un ostacolo, ci condizionano negativamente e non ci permettono di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati o di soddisfare i nostri desideri. Ad esempio ci sono persone che desidererebbero girare il mondo alla ricerca di tanti stimoli culturali, ma allo stesso tempo sono convinte che viaggiare sia pericoloso. Quindi da un lato desiderano viaggiare, ma dall’altro hanno una credenza che li limita. Tale convinzione condizionerà evidentemente le loro scelte e pertanto potrebbero decidere di rinunciare ai viaggi o di optare per mete meno interessanti culturalmente, ma ritenute più sicure.
All’inverso ci sono credenze che ci danno potere: sono quelle convinzioni che ci permettono di mettere in campo tutte le risorse di cui disponiamo pur di ottenere i nostri scopi. Ovviamente la classificazione tra convinzioni limitanti e potenzianti è del tutto soggettiva.

Troppe volte decidiamo di apportare un cambiamento sostanziale alla nostra vita o di fissarci un obiettivo senza verificare se le nostre convinzioni sono compatibili con il fine che vogliamo raggiungere. Se sogniamo di fare carriera in azienda acquisendo la qualifica di caporeparto, ma allo stesso tempo siamo convinti di non essere portati per un ruolo di responsabilità, evidentemente tale convinzione rappresenterà per noi un limite.
Quante persone vorrebbero essere più ricche? La maggior parte di loro non riesce ad esserlo, non perché non abbia talento e risorse adeguate, ma perché ha una serie di convinzioni relativamente al denaro e alla ricchezza che contrastano con i loro valori più profondi: ad esempio essere convinti che “per fare tanti soldi è necessario sporcarsi le mani” o che “la ricchezza fa diventare cinici e spietati” o che “non è giusto accumulare tanto denaro per sé quando ci sono milioni di persone che muoiono di fame” o che “il denaro è lo sterco del diavolo”, limita evidentemente le potenzialità di tutte quelle persone che vorrebbero aumentare il proprio reddito.

Quindi non è molto intelligente navigare in una certa direzione se abbiamo una o più convinzioni che remano nella direzione opposta: in nome di quel “principio di coerenza” al quale si attiene la nostra mente (e del quale abbiamo parlato in passato), rischieremmo di affrontare la situazione con risorse molto limitate e ciò potrebbe condizionare negativamente i nostri risultati.

Lo “schema del successo” riportato nell'immagine allegata a questo post spiega chiaramente in che rapporto sono le nostre convinzioni con le azioni e i risultati che otteniamo.

Quando abbiamo convinzioni molti forti accediamo ad un potenziale molto elevato: è come se la nostra mente si “aprisse”e accedesse ad una quantità di risorse utili alla quale normalmente non accede. Le risorse potenziali alle quali accediamo ci fanno agire in un certo modo e le nostre azioni producono dei risultati. I risultati, siano essi soddisfacenti o meno, vanno ad influire sulle nostre convinzioni, chiudendo il cerchio.

Facciamo l’esempio di una persona convinta di essere poco attraente per le donne. Si innamora pazzamente di una donna e decide di dichiararsi, pur rimanendo fermamente convinto di non essere attraente. Tale convinzione limitante lo porterà ad accedere a risorse poco utili per il fine che vuole perseguire: è infatti probabile che la persona acceda a stati d’animo di insicurezza e di ansia; la paura di fallire, l’incertezza e l’imbarazzo lo faranno agire in modo impacciato e poco incisivo e le sue azioni produrranno dei risultati che probabilmente non saranno soddisfacenti; tali risultati andranno a rafforzare la convinzione limitante; la persona non farà altro che confermare quanto già era convinto di sapere: - “ero sicuro che non sarei riuscito a conquistarla; purtroppo non sono attraente... non posso farci nulla, sono fatto così...
In realtà una delle principali cause del suo fallimento è stata proprio la convinzione limitante che lo ha condizionato fin dall'inizio e che, a causa del suo fallimento, lo limiterà in futuro in modo ancora più evidente.

Le persone non tentano nemmeno lontanamente di cimentarsi con certe cose solo perché sono convinte di non essere in grado di farle: magari hanno provato due o tre volte, già convinte di non riuscirci; tale convinzione ha prodotto risultati mediocri e, dopo pochi tentativi falliti, hanno deciso di non provarci più.
Quanti di noi conoscono una persona di una certa età che afferma di non essere portata per la tecnologia e rifiuta anche di imparare ad usare il telecomando? Provate a chiedere a quella persona quante volte ha deciso seriamente di imparare ad usare un prodotto tecnologico. E’ probabile che non abbia mai provato o, se ha tentato, lo ha fatto in un modo talmente poco utile (limitato dalla convinzione che “posso anche provare tanto lo so che non ci capisco niente...”) che alla fine non poteva che fallire: ciò ha rafforzato la sua convinzione limitante a tal punto che rifiuta anche di dedicare pochi secondi per capire come fare una telefonata con il cellulare.

Il ciclo del successo funziona ovviamente anche all’inverso per le convinzioni potenzianti. Avere convinzioni che ci danno potere ci permette di accedere a risorse positive che producono azioni adeguate e risultati soddisfacenti che vanno a rafforzare le nostre iniziali convinzioni.
E quanto più una convinzione è forte tanto più è difficile metterla in dubbio, anche nel caso di un insuccesso.
E’ il caso della persona convinta di essere un grande corteggiatore che riceve un rifiuto da una donna: quanto più la sua convinzione è forte, tanto meno quell’insuccesso andrà a scalfire la sua convinzione e ciò gli permetterà di continuare ad accedere a risorse potenzianti ogni volta che dovrà corteggiare una donna. Certo, nel caso in cui dovesse fallire ripetutamente, la sua convinzione perderebbe forza e verrebbe sostituita da una meno potenziante.

Il concetto fondamentale che voglio trasferire con questo post è che, per poter fare qualsiasi cosa nel modo migliore, è necessario essere convinti di poterci riuscire. La nostra mente non riesce a metterci a disposizione le migliori risorse per seguire un percorso se ha anche il minimo dubbio che le cose possano andar storte.

Nei prossimi post scopriremo come individuare e cambiare le convinzioni che ci limitano. Intanto per capire quanto è radicata in te una convinzione puoi fare un esperimento molto semplice: pronuncia ad alta voce la frase “io mi chiamo (nome e cognome) ed ho (xx) anni”. Vedrai come il tuo modo di esprimerti e il tuo tono di voce comunichino sicurezza e convinzione. Ora fai ad alta voce altre affermazioni di cui ritieni di essere più o meno convinto: paragonando la tua espressività con quella ottenuta quando hai pronunciato il tuo nome e cognome, capirai quanto è radicata quella convinzione in te.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

interessantissimo post come sempre, comunque ero in attesa di un'altro post, quello che avevi promesso prima di andare in ferie e cioè dopo aver richiamato lo stato d'animo voluto,come tenerlo a lungo.
complimenti e grazie per quello che fai.

Francesco ha detto...

Ci arriviamo gradualmente.... sto aprendo "varie strade" che poi confluirano tutte verso un unico centro...

Francesco

Cristina ha detto...

ciao Francesco, da poco tempo mi interesso della PNL e cercando un elenco di corsi mi sono imbattuta nel tuo blog. Davvero notevole! Non ho ancora letto molto sulla PNL, ma ho rilevato che i testi (perlomeno qelli con cui sono venuta a contatto) sono macchinosi, il tuo stile invece è scorrevole, chiaro, gradevole e non pesante. Dovresti scrivere un libro! C'è una domanda che vorrei farti a prosposito del tuo post del 17/05/09 (me li sono letti tutti ieri). In questo post dici che per ridurre l'intensità emotiva di una esperienza si deve rendere l'immagine più scura e sfocata, alla fine del post dici che per descrivere un pessimista diciamo che è una persona che vede tutto nero, oppure non vede chiaro o non mette a fuoco. Allora, scurire le immagini e sfocarle, ne riduce l'intensià emotiva o ci rende pessimisti? CredO di non aver capito. Spero che troverai il tempo di ripsondermi. Ancora tanti complimenti per il tuoi blog. Sono sicura che aiuterà tante persone, come sta già aiutando anche me, perchè ho capito molto di più leggendolo che leggendo dei libri. Cristina

Francesco ha detto...

Ciao Cristina e grazie per i complimenti. Il post a cui fai riferimento diceva testuamente:

è un caso che per descrivere un pessimista si usi lespressione “quella persona vede tutto nero”? Oppure è un caso usare affermazioni come “non riesco a mettere a fuoco la questione”, “non ci vedo chiaro”?

La seconda domanda non è riferita al passimista. Si tratta di due domande indipendenti. Comunque nessuno ha le submodalità di un altro, quindi la regola per cui "se scuriamo la immagini,eliminaimo l'intensità emotiva" può essere valida per me, ma non per te. Ognuno deve scoprire le proprie submodalità.
Ciao

Francesco

Anonimo ha detto...

Grazie, ho lo tendenza a cercare la mia "comfort zone" nei paletti rigidi nelle strade ad una corsia per non correre il rischio di andare fuori e farsi male,quindi cerco sempre le contraddizioni perchè mi fanno sentire insicura e quindi ho bisogno di eliminarle, ho bisogno di eliminare anche il dubbio di una eventuale contraddizione altrimenti dubiterò di tutto il resto.
Dopo anni passati a studiare e praticare (soprattutto studiare) diverse discipline (yoga-meditazione-reiki-ipnosi-studi sul funzionamento chimico del cervello-diverse religioni-musica subliminale-spiritismo-
sono giunta alla PNL.
Grazie quindi per questa oppurtunità che ci offri.
Cristina

Kaiserin ha detto...

ho il pensiero limitante riguardo al mio 'proverbiale disordine' come lo chiamo anche davanti alle persone, cercando di giustificare tale condotta, che veramente non sopporto di me stessa. il mio disordine mi rende nervosa, scomoda, insofferente. eppure non riesco a seguire una linea d'ordine per piu di due o tre giorni. dico a me stessa di esserlo, ripeto frasi come 'sono ordinata, sono ordinata', ma non ci sono riuscita mai a diventarlo. mi sento molto male per questo, perche fino a qualche anno fa, riuscivo a trovare tutto nel mio disordine/ordine. ora non piu', ed ho un impellente bisogno di metodo nella mia vita. sto impazzendo. scusate lo sfogo... e grazie per questo spazio pieno di saggezza.

Francesco ha detto...

Riguardo al disordine potresti provare con lo swish, una tecnica di PNL che conto di esporre entro i prossimi 20 giorni.

Kaiserin ha detto...

Caro Francesco, aspetto con ansia la tecnica che spiegherai nei prossimi giorni.
sono decisa a fare qualcosa per me stessa e per chi mi sta attorno.
grazie infinite

Francesco ha detto...

Ciao Kaiserin,
lo swish è una tecnica che ti aiuta a modificare dei singoli comportamenti. Se tu pensi di essere disordinata a livello di identità, cioè ti senti una persona disordinata anche nel modo in cui agisci, pensi e così via, allora ti consiglio di porti l'obiettivo ben formato di "diventare ordinata" seguendo tutte le indicazioni degli ultimi post (settembre 2009) e continuando a svilupparli nei modi che indicherò nei prossimi giorni.

Anonimo ha detto...

Anche io desidero complimentarmi con te per la chiarezza delle tue spiegazioni. Sai che ogni giorno mi faccio una registrazione audio di un tuo post? In questo modo, appena ho un pò di tempo e ovunque mi trovo ti ascolto. Inoltre, la sera a tavola, spesso l'argomento scivola sulle cose che sto imparando da te. Spero che continuerai a scrivere sempre cose cosi interessanti.Carmen Auletta

Anonimo ha detto...

COMPLIMENTI

Giuseppe ha detto...

grazie per questo blog.