giovedì 23 luglio 2009

Il labirinto delle nostre convinzioni

Come si sono formate e radicate nella mente le numerose credenze che ognuno di noi ha? L’origine può essere diversa:

  • gli insegnamenti e i modelli educativi che abbiamo avuto fin dall’età infantile ci hanno trasferito un’enorme quantità di convinzioni su tutto ciò che ci circonda.
  • le esperienze personali ci fanno continuamente “convincere” (o dubitare) di qualcosa.
  • Ci convinciamo di molte cose semplicemente per "sentito dire": il confronto con gli altri è un altro importante strumento per l’acquisizione di convinzioni.

Abbiamo già parlato di convinzioni limitanti e potenzianti. In questo post approfondiremo il discorso sulle prime, visto che ci limitano ed è quindi opportuno modificarle.
Nell’ambito delle convinzioni è possibile fare diverse classificazioni.
Alcune convinzioni limitanti sono a carattere soggettivo e si riferiscono a qualità e caratteristiche dell’individuo che le fa proprie. Eccone un esempio:

  • Non riuscirò mai a suonare uno strumento perché non sono portato per la musica.
  • Sono una persona sensibile e pertanto soffrirò sempre tanto.
  • Non posso avviare un negozio o un’attività in proprio perché per vendere qualcosa bisogna esserci portati e io non lo sono mai stato.
  • Non riesco a portare a compimento le cose, purtroppo è sempre stato così.
  • Visto che mio nonno e mio padre hanno avuto problemi di cuore, allora anche io sono destinato a soffrire delle stesse patologie.
  • .....

Ognuno di noi ha tantissime convinzioni sulla propria persona e sul proprio modo di essere ed è piuttosto evidente come il genere di convinzioni sopra elencate possa condizionare l’intera esistenza di un individuo.

Esistono poi convinzioni alle quali attribuiamo un carattere universale, come se fossero leggi valide per tutti, in ogni tempo e in ogni luogo. Eccone alcuni esempi:

  • Non è possibile fare tante cose in modo preciso. Nella vita bisogna sceglierne poche e farle bene.
  • La gente è sempre pronta ad approfittare di te e a cercare di sfruttarti.
  • E’ difficile che esista un’amicizia sincera tra uomo e donna.
  • Una persona che ti ha già lasciato una volta, lo farà anche la seconda volta.
  • ...


In realtà basterebbe un’analisi anche superficiale delle esperienze degli uomini per capire che sono ben poche le convinzioni che possono elevarsi al rango di universalità.

Ci sono anche convinzioni espresse sotto forma di regole, del tipo “se accade questo allora vuol dire quest’altro”:

  • Se fai capire alla tua donna che per te esiste solo lei, allora prima o poi ti lascerà.
  • Se ti fai i soldi perderai i veri amici e si faranno vive solo persone che vogliono sfruttarti.
  • Se non sei intransigente con i tuoi dipendenti, prima o poi se ne approfitteranno e lavoreranno in modo svogliato.
  • Se concedi una mano a qualcuno, la prossima volta ti chiederà il braccio.
  • Se la tua donna ti chiede qualche giorno di riflessione, allora vuol dire che ha già deciso di lasciarti.
  • ...


Preso atto che non puoi fare a meno di credere in qualcosa (altrimenti non avresti i necessari punti di riferimento per orientare i tuoi comportamenti), dovresti per lo meno acquisire l’abitudine di considerare ogni tua convinzione come un’affermazione puramente soggettiva, senza alcun carattere di universalità e di validità atemporale. Dopodiché sarebbe opportuno insinuare un dubbio in ogni credenza che hai considerato fino ad oggi come una verità inconfutabile. Anche ipotizzare semplicemente che le cose potrebbero non essere così, che ciò in cui credi potrebbe anche non essere vero, ti permetterà di vedere il mondo sotto un’ottica diversa, meno rigida, più flessibile, che ti permetta di costruire una dimensione più utile per raggiungere obiettivi e stati che ti procurino serenità. Infine dovresti imparare a crearti convinzioni compatibili con ciò che vuoi ottenere e con ciò che ti procura sensazioni piacevoli.

A volte capita di avere una sorta di rivelazione: ci si rende conto in un momento preciso di quanto siamo condizionati da questo spropositato insieme di regole e credenze che ci siamo creati e che pesa su di noi come un macigno. E’ come vedersi all’improvviso all’interno di un labirinto, dove le nostre credenze sono le pareti che ci guidano, che ci obbligano a svoltare a destra e a manca, a prendere questo o quel corridoio. Sono le nostre convinzioni e i nostri valori (che sono credenze ancor più forti e radicate) che ci spingono a comportarci in questo o in quel modo, ad interpretare gli eventi in un senso o in un altro. Fin quando non prendiamo consapevolezza di ciò che ci limita, abbiamo l’illusione di vivere in uno spazio aperto: è come se le pareti del labirinto, seppur presenti, fossero trasparenti. Abbiamo l’illusione di poterci muovere come vogliamo. Ma quando prendiamo consapevolezza dei limiti che ci impongono le nostre convinzioni, viviamo un momento di rivelazione durante il quale le pareti del labirinto perdono la loro trasparenza e prendono colore: ci rendiamo finalmente conto di quanto siamo incastrati in quel dedalo di incroci e corridoi. Ci rendiamo conto di quanta strada inutile dobbiamo fare per andare da un punto A ad un punto B a causa dell’intrico di vie che dobbiamo attraversare. Ma assumere consapevolezza del labirinto nel quale ci troviamo è anche il primo passo per smontare ogni parete e per rimontarla in modo meno intricato, più utile e funzionale. E’ il primo passo per creare spazi più aperti e vivibili.

Così fin da subito, appena ti accorgi che una tua convinzione ti sta imponendo una via da seguire e avverti di non trovarti completamente a tuo agio lungo quella strada, inizia ad alimentare qualche dubbio. Chiediti: “Le cose stanno veramente così o potrebbero essere interpretate diversamente?”. Solo imparando ad interpretare le cose in modo diverso e non attraverso i parametri che usi da sempre, acquisirai la flessibilità necessaria per poter veramente pensare di poter fare tutto ciò che hai sempre sognato. Solo smontando e ricostruendo le tue convinzioni, cioè acquisendo nuovi modelli interpretativi, nuovi filtri per osservare il mondo, nuovi stili e comportamenti avrai in mano la chiave per diventare chi vuoi essere veramente.

Cerca di educare il tuo cervello fin da subito. Così, mentre constati che quel tuo amico avrebbe dovuto chiamarti e non lo ha fatto, invece di “convincerti” che “si sta comportando così perché sta cercando di allontanarti”, chiediti: “è proprio sicuro che le cose stiano così? C’è un’altra spiegazione che io ignoro?”.
Quando ti chiederanno di ricomporre un oggetto che si è rotto, invece di pensare che “non è un lavoro per te e che non sei portato per i lavori di precisione!”, prova a chiederti: “ma davvero deve essere così difficile montare questo oggettino? Davvero non sono in grado di guidare le mia dita in questo semplice lavoro manuale?”.

Prova ad aprire qualche nuovo varco nel tuo labirinto, cerca nuovi modi di interpretare gli eventi, nuove strade da percorrere che non siano quelle che hai già battuto centinaia di volte.

L’unica cosa di cui dovresti essere convinto è che “tutto ciò di cui ora sei fermamente convinto... potrebbe anche non essere vero”.

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