sabato 8 agosto 2009

Cambiare stato d’animo grazie alle intuizioni di Pavlov

Pavlov fu uno scienziato russo nato nel 1849. E’ famoso per aver condotto degli studi sui meccanismi di salivazione dei cani. Il suo celebre esperimento consisteva nel suonare un campanello ogni volta che somministrava del cibo ad un gruppo di cani. Notò che, dopo aver ripetuto l’associazione cibo-campanello per un certo numero di volte, bastava il semplice suono del campanello per determinare nei cani un aumento della salivazione.

Anche noi uomini reagiamo a determinati stimoli esterni modificando il nostro stato d’animo o attivando comportamenti e processi fisiologici. Con il termine ancoraggio si intende in PNL quel procedimento che permette di associare ad uno stimolo esterno una determinata reazione. Ogni volta che lo stimolo esterno viene ripetuto, il nostro organismo riproduce quella sensazione o quello stato d’animo (proprio come avveniva nei cani di Pavlov).

Tutti conosciamo una persona esilarante con la quale ci divertitiamo tutte le volte che la incontriamo. E’ probabile che nella nostra mente si sia creata un’associazione (altrimenti detta un’àncora) tra l’immagine di quella persona e lo stato d’animo di allegria: potremmo essere arrabbiati, nervosi o apatici, ma basterebbe incontrare quella persona per strada per farci tornare il sorriso sulle labbra.

E’ questo il motivo per cui molti comici ripetono continuamente gli stessi slogan o gesti: il primo che mi viene in mente è Gabriele Cirilli, il comico di Zelig che ripeteva continuamente “Chi è Tatiana?”. Se ci troviamo in uno stato d’animo di allegria ogni volta che ascoltiamo una frase o osserviamo un determinato gesto, dopo un po’ di tempo assoceremo lo stato d’animo di allegria a quella frase o a quel gesto: sarà sufficiente che lo stimolo esterno (il gesto o la frase) sia ripetuto per ritrovarci nuovamente in quello stato d’animo. Ecco perché appena il comico entra in scena e ripete quello slogan, una buona parte del pubblico scoppia a ridere.

Possiamo utilizzare questa importante caratteristica della nostra mente per richiamare gli stati d’animo opportuni ogni volta che ne abbiamo bisogno. Abbiamo dedicato diversi post del mese di giugno e luglio agli stati d’animo e ti invito a leggerli se non lo hai ancora fatto. Abbiamo visto quanto sia importante trovarci in un certo stato d’animo per poter ottenere realmente ciò che vogliamo. Parecchie volte manchiamo l’obiettivo perché abbiamo affrontato la situazione con lo spirito (cioè con lo stato d’animo) sbagliato. Non sarebbe azzardato sostenere che le uniche cose di cui abbiamo bisogno per raggiungere qualsiasi obiettivo sono due: il giusto stato d’animo e le giuste convinzioni. Tutto il resto viene di conseguenza.

Abbiamo dedicato il post del 3 luglio alla tecnica per richiamare uno stato d’animo. Oggi vedremo come ancorarlo ad un gesto, in modo da poterlo richiamare più velocemente tutte le volte che ne avremo bisogno. Come già detto in passato, per richiamare uno stato d’animo dobbiamo prima di tutto fare in modo che il nostro corpo assuma la giusta conformazione: non possiamo richiamare lo stato d’animo dell’allegria se abbiamo le sopracciglia aggrottate o le braccia conserte. Poi, attenendoci al principio che “la mente non fa differenza tra una esperienza vissuta ed una vividamente immaginata”, dobbiamo ripensare ad una scena passata in cui abbiamo provato in maniera marcata quel determinato stato d’animo. La scena mentale va rivissuta in modalità associata (cioè in prima persona, senza osservarci dall’esterno) in modo da renderla ancora più carica emozionalmente. Mentre riviviamo la scena avviciniamo le immagini mentali, rendiamole a poco alla volta sempre più grandi e facciamo in modo che i colori siano più vividi e brillanti. Con questi accorgimenti noteremo un aumento proporzionale della sensazione.

E’ proprio nel momento in cui raggiungiamo l’apice della sensazione che possiamo ancorarla ad un gesto: ad esempio potremmo chiudere il pugno o unire l'indice e il medio o toccarci un ginocchio. Oppure potremmo pronunciare una parola ad alta voce, in modo da creare un ancoraggio uditivo. L’importante è associare quello stato d’animo ad un gesto o ad un suono facilmente riproducibile.
Nella fase iniziale l’esperimento va ripetuto più volte al giorno e per più giorni, in modo da creare un’associazione solida tra la sensazione provata e il gesto effettuato.
Possiamo ancorare tutti gli stati d’animo che vogliamo e che possono risultarci utili nel quotidiano: l’allegria, il senso di sicurezza in se stessi, la rilassatezza. Ovviamente ogni stato d’animo va ancorato ad un gesto diverso.
Così quando ci troveremo in una situazione in cui abbiamo bisogno di essere rilassati, ci basterà stringere il pugno o toccarci la spalla per ritrovarci dopo pochi istanti nello stato d’animo desiderato.

2 commenti:

MargyeRyba ha detto...

Già...in questo momento avrei proprio bisogno di cambiare umore....ma gia solo commentare qui....mi fa venire l'orticaria, possibile che non riesco mai a mettere uno straccio di commento? E pensare che mi sono pure registrata!|

Francesco ha detto...

Sol ocmmentare qui... ti fa venire l'orticaria?
Complimenti! hai appena preso consapevolezza di quanto è facile cambiare stato d'animo. Può bastare un gesto, un pensiero, un'azione e passi dalla tristezza alla gioia! Allora sfruttalo a tuo vantaggio!